Medicina e ricerca
Il manifesto Next10 per un’oncologia di precisione. Le sfide per i prossimi dieci anni
di L.Va.
Delineare dieci sfide e opportunità che più caratterizzeranno nei prossimi 10 anni l'oncologia di precisione. Questo l'intento del Progetto NEXT10, che ha preso vita nel 2014 grazie al contributo di un team multidisciplinare di esperti e al supporto di Novartis, e che oggi presenta a Roma il Manifesto sull'oncologia di precisione, alla presenza di rappresentanti di società scientifiche e associazioni pazienti, durante l'evento “Oncologia di precisione, i successi di oggi, le sfide di domani”.
«La medicina di precisione, rappresenta un nuovo approccio alla malattia – afferma Francesco Perrone, oncologo, Istituto Nazionale Tumori di Napoli - che consente di valutare dati provenienti da analisi molecolari (cellulare, genomica e biochimica), integrati con criteri clinico-patologici consolidati, per orientare le decisioni mediche e fornire così strategie terapeutiche mirate alle caratteristiche di ogni singolo paziente. Le nuove conoscenze biomediche, come ad esempio le mutazioni nei geni delle cellule tumorali, possono così essere integrate con i più recenti avanzamenti tecnologici, come le analisi di grandi banche dati biologiche e cliniche». Oggi, la rivoluzione è segnata proprio dalle prospettive offerte dalle recenti tecnologie che rendono disponibili mezzi computazionali per l'analisi dei big data.
In particolare, nell'ambito della ricerca di base e clinica in campo oncologico è oggi in corso una rivoluzione nel modo di pensare il cancro, rappresentata dalla oncologia di precisione. Ed è grazie all'oncologia di precisione, infatti, che oggi non parliamo più di “il” tumore ma di “i” tumori, poiché la malattia si sviluppa e progredisce diversamente in ogni persona, a partire anche da diverse mutazioni genetiche all'origine, e un nuovo approccio alla diagnosi, prognosi e al trattamento che tenga conto di queste differenze è oggi possibile.
Questa rivoluzione pone però delle grandi sfide non solo di tipo strettamente scientifico, che riguardano prima di tutti i pazienti, come emerge dai primi due punti del Manifesto:
• Mantenere centrale il rapporto umano con il paziente, evitando che venga identificato con le sue mutazioni. L'oggettivazione della pratica clinica va gestita sulla base di una umana comprensione della sofferenza, che caratterizza da sempre la buona medicina.
• Non dare false speranze, perché a oggi la tecnologia e il sistema organizzativo della sanità non consentono di alimentare aspettative realistiche per tutti i pazienti. Per la ricerca e l'industria la strada è tracciata, ma per molti anni la medicina di precisione conviverà con quella tradizionale.
Ma qual è il grado di conoscenza del pubblico e dei pazienti? La survey qualitativa “Medicina di precisione, indagine per lo sviluppo di una campagna istituzionale sul pubblico”, condotta da GfK Eurisko, ha recentemente rilevato, infatti, conoscenze e percezioni dell'opinione pubblica, evidenziando un generale disorientamento. Difficoltà anche semantica se si considera che già il naming è di primaria importanza nel trasferimento delle informazioni medico-scientifiche che ne sono alla base. “Il concetto 'medicina di precisione' viene sì correlato alla ricerca e innovazione ma trova difficilmente una collocazione specifica in uno o più ambiti medici. Di medicina di precisione si sa poco, quasi nulla» precisa Paolo Anselmi, GfK Eurisko.
«E infatti - ricorda Marco Marzano, professore ordinario di Sociologia, Università di Bergamo - una delle sfide individuate da Manifesto ribadisce che è fondamentale garantire il diritto del paziente a comprendere la sua condizione di salute, ad avere accesso alle informazioni che lo riguardano e a poterle utilizzare. Sarà inoltre di primaria importanza lo sforzo per evitare un accesso alle cure diseguale e disomogeneo sul territorio».
Centrale il ruolo del medico
«Sappiamo che il patrimonio genetico, unico per ogni individuo, interagisce con l'ambiente in maniera altrettanto unica: la somma della genetica, dell'epigenetica e della biografia danno come risultato la singolarità di ogni paziente, che tale rimane anche per quanto riguarda i modi di ammalarsi e la risposta alle terapie. Per questo il medico deve guardare a ogni paziente come già aveva suggerito Ippocrate nel Prognostico: usare tutti i dati clinici utili per capire cosa sia meglio per quella singola persona e per informare al meglio sulla prognosi. Stante che l'oncologia o la medicina di precisione implicano per definizione un rapporto non più paternalistico tra medico e paziente» spiega Gilberto Corbellini, Docente di Storia della medicina e bioetica alla Sapienza Università di Roma.
Nei dieci punti cardine del Manifesto NEXT10, si affrontano temi di grande importanza nello sviluppo prospettico dell'oncologia che vanno dalla necessità di gestire la pratica clinica in funzione del rapporto umano con il paziente alla creazione e sviluppo di reti di collaborazione e di circolazione dei saperi, che assicurino uniformità su tutto il territorio nazionale. E ancora, la gestione al meglio della tecnologia in continua evoluzione; l'incentivazione di investimenti economici per la ricerca, la realizzazione di un sistema integrato, complessivo e condiviso di registrazione dei dati e delle informazioni. «Si tratta di obiettivi davvero sfidanti tra i quali emerge in modo evidente la duplice necessità di concentrare saperi e competenze e di decentrare i servizi, per gestire al meglio la malattia – precisa Mario Del Vecchio, SDA Professor di Public Management and Policy, Università Bocconi, Milano e coordinatore Health Service Research, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università di Firenze – Un binomio possibile solo se si ragiona in termini di reti e di percorsi strutturati per il paziente».
Garantire al paziente l'instaurarsi di un dialogo trasparente e sincero con gli specialisti è infatti uno dei dieci punti del Manifesto NEXT10: un paziente sempre più al centro del percorso e sempre più parte attiva del processo informativo.
«L'oncologia di precisione è un ambito in cui la nostra azienda è da anni impegnata, per sviluppare farmaci sempre più efficaci contro il cancro, che migliorino la sopravvivenza dei pazienti e la loro qualità di vita. – afferma Luigi Boano, General Manager Novartis Oncology – Il nostro obiettivo è poter offrire il farmaco giusto al paziente giusto. Per questo motivo riteniamo sia fondamentale intraprendere un percorso informativo ad ampio raggio, anche grazie a progetti come NEXT10».
Il Manifesto NEXT10, presentato oggi, è stato realizzato in collaborazione con AIOM, SIFO, SIPMeL, FIASO, SIFaCT e SIF e con le Associazioni dei pazienti (FAVO e AIMAC).
© RIPRODUZIONE RISERVATA